Da dove parte una startup?
Alla base di ogni startup vi è sempre una “buona” idea di business. Un’idea di business, solitamente, poggia le sue fondamenta sull’individuazione di un problema specifico che si vuole cercare di risolvere.
Dunque, si tratta sempre di un rapporto tra domanda e offerta: il pubblico necessita di una determinata soluzione che aiuti a risolvere un problema e soddisfare una necessità.
La startup si pone come obiettivo di fornire questa soluzione.
“Ideas are easy. Implementation is hard.”
GUY KAWASAKI, Co-Founder di Alltop
Come capire se l’idea è “buona”?
Avere un’idea di business è un buon punto di partenza, ma la vera difficoltà sta nel capire quanto è buona quest’idea, ossia quanto è valida nel rispondere al problema del pubblico che si è individuato.
Difatti, soltanto le idee che possono essere realizzate nel modo corretto e che possono portare a un effettivo guadagno sono valide per la creazione di una startup di successo.
Questa è la fase in cui bisogna costruire il proprio modello di business, che è la vera e propria logica che sta alla base di ogni startup (e azienda).
In questa fase risulta fondamentale l’utilizzo di tecniche di business design, ossia modelli che aiutino a costruire (anche visualmente) il proprio modello di business.
Tra i modelli più utilizzati a tal scopo si possono citare il Business Model Canvas e il Lean Canvas. Entrambi sono potenti modelli visuali all’interno dei quali sono rappresentati, sotto forma di blocchi, i 9 elementi costitutivi di un’azienda.
Nell’immagine sottostante riportiamo la struttura del Lean Canvas.
Il Business Model Canvas è stato sviluppato come strumento di pianificazione strategica per progetti generalisti, mentre il Lean Canvas è stato sviluppato appositamente per le startup.
L’uso di questi strumenti ci aiuta a:
- Avere chiarezza e comprendere gli schemi di creazione di valore nel nostro modello di business;
- Allineare il team e fare leva sulle competenze e sulle esperienze di ciascuno;
- Ridurre il rischio di un “flop”, evitando di perdere tempo con idee che non funzionano.
Dalla pianificazione alla pratica: MVP
Una volta terminato lo studio del proprio modello di business, si può procedere con la parte di testing, ossia testare il proprio modello di business presso il pubblico.
Come fare?
Un punto di partenza può essere la realizzazione di interviste, focus groups o questionari che ci consentono di raccogliere, in maniera economica, pareri e feedback direttamente dalle persone. Questi possono essere ottimi metodi per validare se il problema che si è identificato come base della propria idea di business sia effettivamente sentito e percepito dal pubblico, anche in maniera non conscia.
Il passo successivo è sicuramente la creazione di un MVP, ossia un Minimum Viable Product. Il MVP non è altro che il prototipo più semplificato possibile che potete presentare ad una gruppo di possibili clienti (i cosiddetti early adopters, ossia i primi clienti che intendete raggiungere). È il mezzo con cui testare e validare le vostre idee e il prodotto stesso, senza sprecare tempo e soldi nello sviluppare il prodotto completo, per poi constatare che quel prodotto non interessa al vostro pubblico.
Il MVP può essere un video, una demo, o una landing page della vostra idea. Qualunque sia la scelta, è necessario creare il prodotto con minime ma sufficienti caratteristiche tali da poter verificare se qualcuno troverà utile il prodotto o servizio.
Una volta realizzato un MVP, la parola d’ordine sarà testare. Nel suo libro The Lean Startup, Eric Ries propone di adottare il cosiddetto ciclo C-M-A, ossia:
- Creazione: realizzazione di un MVP, Minimum Viable Product
- Misurazione: comprendere se il servizio o prodotto stia portando dei frutti oppure no
- Apprendimento: capire come modificare il prodotto al meglio ove possibile (perseverare) oppure capire se abbandonare (svoltare)
In questa fase bisogna fare particolare attenzione alle vanity metrics (metriche vanità), che ci fanno distogliere l’attenzione e il focus, in quanto dimostrano che intorno al tuo prodotto c’è un interesse, ma non hanno un valore economico, ovvero dei parametri di creazione di effettivo valore: queste metriche corrispondono ad esempio alle visualizzazioni di una pagina web, i download di una app, gli utenti registrati. Questo non significa che metriche come queste non siano rilevanti, ma esse non devono distogliere l’attenzione da metriche di valutazione economica.
Oltre un MVP: verso una startup scalabile
Dopo aver verificato le funzionalità e le performance del proprio MVP, sarà necessario passare allo step successivo, ossia alla realizzazione di un MDP, Minimum Desiderable Product, incentrato quindi sui desideri del cliente, che sono stati opportunamente studiati e analizzati nel test condotto attraverso il MVP.
In questa fase l’idea si trasformerà finalmente in una vera e propria startup, per poi diventare definitivamente un’impresa, andando a costruire le opportune strategie di mercato e di crescita.
D’ora in avanti l’obiettivo della startup sarà quello di scalare (scaling-up) il proprio modello di business per generare un volume d’affari sempre più elevato, adottando precise strategie di marketing e di crescita.
Se vuoi saperne di più su come impostare una strategia di marketing digitale per la tua startup, leggi il nostro articolo dedicato: I 5 step per impostare una strategia di digital marketing efficace.
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